
Imballaggi, la via del riciclo
La seconda vita degli imballaggi passa dal riciclo perché oggi ci sono tecnologie in grado di dare una seconda chance agli imballaggi in plastica e bioplastica dopo l’uso.
Sui vantaggi di una corretta raccolta differenziata siamo tutti d’accordo, ma affinché ciò sia possibile bisogna partire proprio dagli imballaggi: solo questi ultimi infatti possono essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica e in quella della bioplastica.
Vediamo alcune situazioni tipo.
Quando in ufficio si rompe la nostra innovativa penna in bioplastica o a casa il ciuccio del bambino è da buttare, non possiamo conferire la prima nei rifiuti organici e il secondo nei rifiuti in plastica; il cestino corretto è quello dell’indifferenziata, perché non si tratta di imballaggi.
Se cerchiamo imballaggio sul dizionario, troviamo come definizione “qualsiasi involucro (tela, ceste, casse, scatole, sacchetti e così via) usato per racchiudervi e proteggere la merce da spedire o trasportare”.
Ogni volta che ci troviamo a differenziare, quindi, per non sbagliare dobbiamo chiederci se quell’oggetto è un imballaggio oppure no.
Passando dalla teoria alla pratica, ecco qualche esempio più o meno quotidiano.
Bioplastica: i sacchetti per la spesa, le reti per la frutta, gli incarti per salumi e formaggi, i bicchieri e i piatti monouso e le coppette per il gelato sono imballaggi? Sì, perché contengono e proteggono, e sono quindi da destinare alla raccolta della frazione umida. Ma attenzione, controllate sempre che compaia uno dei marchi di certificazione dei prodotti in bioplastica biodegradabile e compostabile (vedi sito…)
Plastica: i flaconi per detersivi e cosmetici, le vaschette per alimenti, i vasetti di yogurt, i piatti e bicchieri, le pellicole trasparenti, i sacchi per terra da giardinaggio e cibo per gli animali, le confezioni delle merendine e le bottiglie di acqua minerale sono imballaggi? Sì, lo sono, e allora via libera al conferimento nel bidone della plastica.